Il territorio

Benvenuti a... Casale della Trinità

In quel lembo del Tavoliere di Puglia che si incunea tra le Saline e l'Ofanto, al margine della Capitanata e a ridosso di Terra di Bari, è situata la "città dell'olio" Trinitapoli, l'antico Casale della Trinità.

Risale al 1186 la prima attestazione della Ecclesia SancteTrinitatis, che era una dipendenza dell’Abbazia garganica della Trinità di Monte Sacro. Nelle vicinanze della chiesa andò a formarsi un Casale, cioè un borgo rurale, che attinse la denominazione dalla chiesa omonima.
Il Casale della Trinità veniva a trovarsi lungo una di quelle vie erbose che erano i tratturi, battuti da armenti e pastori d’Abruzzo nelle loro migrazioni stagionali. E questa civiltà della transumanza lasciò una nitida impronta nel piccolo mondo del Casale, la cui popolazione si infoltì anche per i tanti pastori che lo elessero a propria stabile dimora.

Ma già nella seconda metà del Quattrocento un nutrito gruppo di famiglie di Schiavoni (o Slavoni), proveniente dai Balcani, ottenne l’assenso regio a stanziarsi nel Casale. Il declino irreversibile della non lontana città di Salpi alimentò a sua volta un flusso migratorio verso il Casale della Trinità, che diventa così un piccolo crogiolo di etnie, di mentalità, di civiltà.
Dopo essere stato feudo di alcune famiglie nobili (Della Marra, Marulli), il Casale della Trinità fu per due secoli (1589-1798) Commenda Magistrale dell’Ordine dei Cavalieri di Malta.

Notevoli trasformazioni di carattere socio-economico si sono registrate nel corso dei secoli, facendo lievitare sensibilmente il tenore di vita dell’intera comunità. Nel Settecento si avviò quel processo di particolarizzazione fondiaria, che portò allo smantellamento dei grandi possessi di terre. Nel XIX secolo si ebbero altre due svolte radicali: il passaggio dalla pastorizia alla cerealicoltura (i pastori diventano agricoltori) e, sullo scorcio del secolo, il diffondersi su larga scala della coltura specializzata della vite, che toglie spazio alla più povera coltura cerealicola.
La crescita economica, civile, demografica e urbanistica che ne seguì fece ritenere non più appropriato il nome di “Casale”, per cui nel 1863 si ottenne di poter mutare il nome di Casaltrinità in quello più ampolloso, ma meno poetico, di Trinitapoli.

Oggi Trinitapoli è una operosa cittadina di quasi 15.000 abitanti. La sua risorsa principale è un’agricoltura moderna e competitiva, con un predominio della ortofrutticoltura e della viticoltura.
L’abitato si è esteso notevolmente al di là del centro storico, e le piccole e bianche case, quasi a volersi sdraiare al sole, rubano spazio al verde circostante dell’erba e delle foglie; sullo sfondo le Saline, con le loro acque policrome, fanno da raccordo tra terra e mare.
Il panorama, suggestivo nella sua semplicità, è dominato dal Cupolone della Chiesa Matrice, a testimoniare la genesi religiosa della città e la fede ancora ferma della sua gente.

Da visitare il Parco Archeologico degli Ipogei di Trinitapoli, uno dei santuari dell'Età del Bronzo più importanti d'Italia. Gli scavi hanno portato alla luce almeno 40 ipogei, tra i più importanti quello del Bronzo e quello degli Avori. Nel Museo Archeologico degli Ipogei di Trinitapoli oltre ai reperti rinvenuti dagli scavi degli Ipogei, è esposta la Tavola di Trinitapoli, contenente la pubblicazione di un atto normativo indirizzato da Valentiniano I a Sesto Claudio Petronio Probo, prefetto del pretorio per l'Italia nella seconda metà del 300.
Nei dintorni segnaliamo Castel del Monte, Barletta (città della disfida), Trani con la sua meravigliosa cattedrale, Vieste ed il Gargano, Margherita di Savoia famosa per le saline più grandi d'Europa ed il suo impianto termale.

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